(Corriere della Sera) – Bambini e acqua (da bere), un rapporto non sempre facile. Perché i piccoli spesso la “sete” non la sentono, o perché i genitori non si pongono troppo il problema. Ma è soprattutto d’estate che i bambini rischiano di disidratarsi. Un dato preoccupante è arrivato qualche giorno fa dall’Inghilterra: secondo una rilevazione del Centro di informazione sanitaria e sociale (Health and Social Care Information Centre, Hscic) nel solo biennio 2012-13 sono stati ricoverati più di 12mila minori per mancanza di liquidi, con una media di 32 al giorno. E spesso la disidratazione si associa ad altri problemi di salute.
Dunque, serve la massima attenzione ed è importante insegnare ai bambini a riconoscere lo stimolo della sete e l’importanza del bere. Se possibile, privilegiando sempre l’acqua e senza eccedere con le bevande zuccherate. «I bambini hanno bisogno di più acqua rispetto agli adulti in relazione al peso corporeo e i loro corpi non riconoscono sempre i segni di disidratazione. Come per gli anziani, il meccanismo della sete dei più piccoli non è sempre affidabile. E, a seconda dell’età, i bambini hanno bisogno di consumare 6-8 bicchieri di acqua per rimanere perfettamente idratati» ha spiegato Emma Derbyshire, docente di Fisiologia Nutrizionale alla Manchester Metropolitan University e consulente del Natural Hydration Council, commentando i dati dell’Hscic.
La disidratazione può essere causata da eccessiva sudorazione, vomito o diarrea. I sintomi più comuni sono aumento della frequenza cardiaca, ridotta capacità di regolare la temperatura corporea, mal di testa e nausea. «L’acqua è la principale componente dell’organismo umano, distribuita sia a livello intracellulare che extracellulare, con percentuali che variano non solo in relazione alla composizione corporea, ma anche con l’età del soggetto – spiega il professor Gianvincenzo Zuccotti, professore di Pediatria all’Università degli studi di Milano e direttore del Dipartimento materno-infantile dell’Ospedale “Luigi Sacco” -. È ormai condiviso dalle società scientifiche come mantenere l’omeostasi idrica sia fondamentale per mantenere uno stato ottimale di salute. Anche la revisione del 2012 dei LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia, ndr) sottolinea l’importanza di definire quali siano gli apporti giornalieri di acqua consigliati a partire dall’infanzia».
Dunque, ecco i numeri. «Nei lattanti di età inferiore a 1 anno l’apporto idrico consigliato è pari a 900 ml, tale apporto cresce progressivamente con l’aumentare dell’età del soggetto fino a un massimo di 2,5 litri nel maschio in età adolescenziale – continua Zuccotti -. Il bambino, rispetto all’adulto, ha un rischio maggiore di disidratazione per una maggiore percentuale di acqua corporea e per un maggiore ricambio dell’acqua corporea stessa. Inoltre condizioni patologiche quali malattie febbrili e gastroenteriti, particolarmente frequenti nell’infanzia, contribuiscono ad aumentare il rischio di disidratazione in questa particolare età della vita. Basti pensare alla quantità di liquidi che si può arrivare a perdere in corso di gastroenterite acuta (>200 ml/kg/die con le feci) e come la febbre accentui la perdita idrica insensibile di circa 7 ml/kg/die per ogni grado sopra i 37°C. Inoltre, non dimentichiamoci come anche durante l’attività sportiva, tramite la sudorazione, si abbia una perdita di liquidi che deve essere prontamente integrata per mantenere l’omeostasi idrica dell’organismo».
Come mantenere uno stato ottimale di idratazione nel bambino? «In uno stato di benessere l’acqua è la miglior bevanda da proporre ai nostri bambini – risponde Zuccotti -. Deve essere proposta spesso durante la giornata, e senza aspettare che ne venga verbalizzata la richiesta. I soft drink non devono essere considerati sostitutivi dell’acqua e, seppur il loro utilizzo sia ormai molto frequente, ritengo utile sottolineare come l’utilizzo abituale di queste bevande debba essere scoraggiato». Come integrare le perdite di liquidi nel bambino? «In corso di gastroenterite è fondamentale l’assunzione di soluzione reidratanti orali. Tali soluzioni hanno il vantaggio poter essere utilizzate in tutte le età pediatriche e di essere di facile somministrazione. Sono assolutamente da evitare le soluzioni fatte in casa a base di zucchero e frutta, soprattutto per la mancanza di un adeguato apporto di sodio. Seguire queste semplici regole evita al bambino di trovarsi in situazione di disidratazione grave tale da ricorrere all’ospedalizzazione per reintegrare le perdite idriche ed elettrolitiche, evitando stress da ospedalizzazioni sia al bambino stesso che alla sua famiglia».
Recentemente anche il Ministero della Salute ha messo a punto un decalogo contro l’afa e il conseguente rischio di disidratazione, ricordando che «in condizioni di caldo estremo le fasce di popolazione più colpite sono quelle che vivono nelle grandi città, in zone con poco riparo all’ombra, in abitazioni surriscaldate e con scarsa ventilazione». Ecco dunque le dieci buone regole, valide in particolare per i soggetti più fragili (persone molto anziane, con problemi di salute, che assumono farmaci, neonati e bambini molto piccoli):
1) Uscire di casa nelle ore meno calde della giornata, evitando la fascia 11-18, e in ogni caso proteggersi con un cappello di colore chiaro, occhiali da sole, creme solari ad alto fattore protettivo.
2) Indossare un abbigliamento adeguato e leggero, sia in casa che all’aperto: abiti non aderenti, preferibilmente di fibre naturali.
3) Rinfrescare l’ambiente domestico e di lavoro e schermare le finestre esposte al sole utilizzando tapparelle, persiane, tende. Chiudere le finestre durante il giorno e aprirle durante le ore più fresche della giornata (la sera e la notte). Se si utilizza l’aria condizionata, regolare la temperatura tra i 24 e i 26 gradi.
4) Ridurre la temperatura corporea, fare bagni e docce con acqua tiepida, bagnarsi viso e braccia con acqua fresca.
5) Ridurre il livello di attività fisica, evitando di praticare sport all’aperto o fare lavori pesanti.
6) Bere con regolarità, almeno 2 litri di acqua al giorno, evitando alcolici e limitando le bevande gassate o troppo fredde. Mangiare preferibilmente cibi leggeri e con alto contenuto di acqua (frutta e verdura).
7) Se si entra in un’auto parcheggiata al sole, prima di salire aprire gli sportelli, poi iniziare il viaggio a finestrini aperti o utilizzare il sistema di climatizzazione.
8) Conservare correttamente i farmaci, leggendo le indicazioni riportate sulle confezioni. Conservare in frigorifero i farmaci per i quali è prevista una temperatura di conservazione non superiore ai 25-30°.
9) Adottare precauzioni particolari in caso di persone a rischio: anziani, con patologie croniche (cardiovascolari, respiratorie, neurologiche, diabete) e che assumono farmaci.
10) Prestare attenzione a familiari o vicini di casa anziani, specialmente se vivono da soli.
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