La nostra ricerca sulla SIUDS
La morte del feto contribuisce sostanzialmente alla morte prenatale nei Paesi Industrializzati con una incidenza di 4-6 casi ogni 1000 nati. Nonostante l’attento controllo del benessere fetale durante la gravidanza, il 25-50% dei decessi fetali resta senza una causa precisa. Tutto questo ha permesso quindi l’identificazione di una nuova entità nosologica definita come Sindrome della Morte Improvvisa Intrauterina Inspiegata (SIUDS). Un’altra causa di morte precoce improvvisa è la così detta Sindrome della Morte Precoce Infantile (SIDS) anche detta “morte bianca”, la quale è ancora considerata una delle più importanti cause di mortalità durante il primo anno di vita. Infine un gran numero di morti improvvise nei neonati, bambini e adolescenti è dovuta alla sindrome del QT lungo (LQT). Esistono circa 200 mutazioni genetiche localizzate su 7 geni che codificano per questa sindrome, determinando una alterata funzionalità dei canali ionici della muscolatura cardiaca. Questa anomalia elettrica cardiaca è caratterizzata da un’anormalità nella depolarizzazione cardiaca che porta ad un prolungamento dell’intervallo QT, sino al completo arresto cardiaco.
La vasta maggioranza di queste mutazioni sono sporadiche (Sindrome di Romano Ward). Recentemente, alcuni reports assieme ad uno studio epidemiologico hanno collegato la sindrome LQT alla SIUDS, fermo restando la mancanza di protocolli standardizzati per lo studio di queste anomalie genetiche in corso di morti fetali in utero. Per questo, il reale contributo della Sindrome LQT nella SIUDS rimane ancora sconosciuta.
Il prof . Schwartz ed altri scienziati segnalarono come in uno studio prospettico condotto su 34.000 neonati italiani la presenza di un intervallo QT prolungato facesse crescere il rischio di SIDS di un fattore di circa 41 volte. Infatti, questo team identificò una mutazione de novo in KVLQT1, il gene più frequentemente associato alla sindrome LQT, nel caso di un bambino morto di SIDS.
Negli ultimi decenni molti studi hanno tentato di identificare le cause di queste condizioni. Solo di recente un nuovo filone di ricerca ha valutato il possibile collegamento tra la morte in utero, in culla e le morti adolescenziali apparentemente scollegate tra di loro. In altre parole, la questione è se queste condizioni siano strettamente collegate tra di loro riconoscendo uno stesso meccanismo fisiopatologico. Questa ipotesi se confermata darebbe la possibilità di prevenire i casi di morte fetale e infantile sulla base di un meccanismo genetico simile.
Dal 2009 al 2012, con lo scopo di verificare queste ipotesi, i ricercatori della Fondazione Altamedica hanno raccolto dei dati da uno studio prospettico osservazionale, su donne in gravidanza che avevano avuto un caso di SIUDS accertato, eseguendo in questi un esame genetico esteso per la ricerca dei geni della sindrome del QT lungo. Furono individuati quattordici casi, cinque non furono considerati per l’impossibilità ad avere tessuto per il test genetico. Vennero quindi analizzati nove feti e di questi, sette furono valutati positivi per il test della mutazione del gene. Nel complesso, i genitori osservati, dopo essere stati analizzati, hanno mostrato la trasmissione diretta in 1/7 (14,2%) casi e con una mutazione de novo nei 6/7 ( 85,8%) dei casi.
Le nostre scoperte dimostrano che la maggior parte dei casi (circa 85% in questa ricerca) di morte del feto inspiegate possono essere considerate tali a causa dell’insoddisfacente esame post mortem o della relativa documentazione medica.
Probabilmente il fattore di rischio correlato alla SIUDS (fumo e obesità femminile) tra le donne portatrici di queste mutazioni può essere considerato non solo la causa ma un aspetto fenotipico della popolazione affetta da queste alterazioni genetiche.
Proprio per queste ragioni suggeriamo di eseguire un test genetico approfondito nei casi di morte intrauterina inspiegata e più in generale screenare le donne con dei fattori di rischio riconosciuti essere associati a questa condizione.
In conclusione, ci sentiamo di suggerire con forza uno screening prenatale nelle donne con fattori di rischio accertati (pregressa morte fetale inspiegata o fumo, obesità) a causa della alta incidenza della SIUDS (addirittura più alta della SIDS). Ciò è ancor più vero se si considera la possibilità di una terapia farmacologica da somministrare alla madre per prevenire questo triste evento durante la gravidanza.
Clicca qui per la pubblicazione scientifica originale apparsa sul Journal of Prenatal Medicine.